Roberto De Simone , genio e faro indiscusso della cultura napoletana, è stato un regista teatrale, compositore, scrittore , drammaturgo e musicista, nato a Napoli in Via Pignasecca il 25 agosto 1933 .
Cresciuto in una famiglia profondamente legata al mondo artistico, egli ereditò la sua visione artistica e culturale sia dal padre che come lavoro faceva il suggerittore nelle sceneggiate che dal nonno che invece era attore teatrale. Dalla zia mezzosoprano ereditò invece la sua passione per la musica.
Fin da bambino infatti dimostrò un talento precoce per la musica. Iniziò a studiare pianoforte a sei anni e si iscrisse nel 1943 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli . A soli quindici anni eseguì il concerto per pianoforte e orchestra K. 466 di Mozart, guadagnandosi l’attenzione come uno degli allievi più promettenti del conservatorio. La sua passione per la musica fu ulteriormente alimentata dall’esperienza di assistere alla Turandot di Puccini al Teatro San Carlo nel 1944.
De Simone si dedicò comunque non solo alla musica classica ma anche alla riscoperta delle tradizioni popolari campane. Nel 1967 fondò infatti la famosa Nuova Compagnia di Canto Popolare, un gruppo che rivoluzionò l’approccio alla musica popolare, fondendo tradizione e innovazione. Tra le sue opere più celebri vi è La Gatta Cenerentola, rappresentata per la prima volta nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che gli garantì un successo internazionale.
Con quest’opera teatrale e musicale egli con il suo genio riuscì prefettamente nella sua impresa di incarnare l’anima di Napoli con la storia e le sue tradizioni popolari locali .
La Gatta Cenerentola essendo contemporaneamente antica e rivoluzionaria” fu un’opera assunta a carattere universale in un’epoca nella quale in città si sviluppavano molte iniziative intese a riscoprire la grande storia musicale della nostra città,
La sua produzione musicale e teatrale ha sempre avuto un forte legame con le radici culturali napoletane, che ha reinterpretato con una sensibilità moderna. Egli come un solo un grande alchimista di altri tempi poteva fare, aveva l’abilità di trasmutare la tradizione del folclore campano in spettacoli di straordinaria profondità.
Tra i suoi lavori più importanti si annoverano opere teatrali come Masaniello (1975), Mistero Napolitano (1977), La Festa di Piedigrotta (1978) e Li Zite ‘ngalera (1978). Come compositore ha firmato lavori memorabili come il Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini (1985) e Eleonora (1999), dedicata al bicentenario della Rivoluzione del 1799.
Ha insegnato Storia del Teatro all’Accademia delle Belle Arti di Napoli negli anni Settanta e ha ricoperto ruoli prestigiosi come direttore artistico del Teatro San Carlo (1981-1987) e direttore del Conservatorio San Pietro a Majella (1995-1999).
È stato inoltre insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Cavalierato delle Arti dalla Repubblica Francese e il titolo di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Italiana nel 2019.
Gli studi e le ricerche compiute da De Simone sulle tradizioni campane confluiscono in testi e antologie di dischi. Fra le sue pubblicazioni sono da ricordare i volumi Chi è devoto , Carnevale si chiamava Vincenzo (in collaborazione con l’antropologa Annabella Rossi , “Canti e tradizioni popolari in Campania”, Il segno di Virgilio , La tarantella napoletana nelle due anime del Guarracino , Fiabe Campane , Il Presepe popolare napoletano e La cantata dei Pastori.
Negli ultimi anni della sua vita, De Simone aveva condotto una vita ritirata nella sua casa di Via Foria a Napoli, circondato dai suoi libri e dalle sue collezioni dedicate alla cultura popolare. Nonostante l’età avanzata e le difficoltà fisiche, continuava a lavorare su nuovi progetti artistici.
Il grande maestro, da tempo tempo sofferente a causa delle complicazioni legate a una polmonite che aveva contratto due mesi prima, si è spento nella sua casa il 6 aprile 2025 all’età di 91 anni a Napoli.
La morte di Roberto De Simone rappresenta una perdita incalcolabile per il panorama culturale italiano. Il suo lavoro ha contribuito in modo significativo alla riscoperta delle tradizioni musicali napoletane e alla loro valorizzazione su scala internazionale.
De Simone non è stato solo un artista ma anche un intellettuale impegnato. Le sue riflessioni sulla cultura popolare hanno influenzato generazioni di studiosi e artisti. La sua capacità di fondere passato e presente lo rende una figura unica nel panorama culturale italiano. Il suo impegno al Teatro San Carlo e nei corridoi del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli,rappresentano solo alcune tra le sue meravigliose tracce che rimarranno nella memoria culturale e intellettuale della città .
Roberto De Simonle ha cambiato il Palcoscenico, lasciandoci una partitura densa di vita e di arte : Il Requiem Pasolini,.”La gatta Cenerentola”, “L’Opera Buffa del Giovedì Santo”, “Cholera”, “Il Re Bello”—titoli che non sono soltanto opere, ma finestre su un mondo intriso di storia e passioni.
La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per la cultura in generale e specialmente per la nostra città. La sua perdita segna infatti la fine di un’epoca per la tradizione culturale partenopea . Egli è è stato infatti capace di unire le due grandi anime della nostra città, quella borghese e quella popolare. Le sue creazioni, immortali come il suono del tamburo che scandisce un rito antichissimo, continueranno a vibrare nelle corde di chi sa ascoltare il respiro del passato. La sua opera più celebre, La Gatta Cenerentola, rimane un capolavoro senza tempo che continua a essere rappresentato nei teatri di tutto il mondo.
Con lui muore uno dei più grandi protagonisti della cultura musicale e teatrale italiana,La scomparsa di Roberto De Simone è una perdita enorme nella Cultura, non solo napoletana, ma mondiale.
Oggi è purtroppo calato il sipario su una vita che aveva fatto della melodia un racconto e della cultura popolare un ponte tra passato e futuro.
Nel salutare il Maestro, resta la consapevolezza della sua vita come baluardo contro il degrado culturale, un punto di riferimento per chiunque voglia lanciare e lasciare un messaggio forte nella Napoli che cambia.
Composizioni:
- La festa di Piedigrotta di Raffaele Viviani
- Lauda intorno allo Stabat
- La cantata dei Pastori (dall’ omonima opera di Andrea Perrucci )
- La Gatta Cenerentola
- L’opera buffa del Giovedì Santo
- Eden Teatro di Raffaele Viviani
- La Lucilla costante di Silvio Fiorillo
- Il Bazzariota, ovvero la dama del bell’umore di Domenico Macchia
- Le religiose alla moda di Gioacchino Dandolfo
- Le novantanove disgrazie di Pulcinella
- Mistero e processo di Giovanna d’Arco
- Messa di Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini
- Eleonora
- L’opera dei centosedici
- Populorum progressio
- Il Re Bello su libretto di Siro Ferrone dal racconto di Aldo Palazzeschi