Nel corso dell’anno 1782 morì a Napoli, in età di 82 anni, un monaco domenicano, più popolare, e più celebre pe’ suoi sermoni, di quel che non sono stati in Francia Flechier, Fenelon, Bossuet, ed anche il piccolo Padre Andrea di faceta memoria. Questo monaco si chiamava Padre Rocco. Egli era più potente a Napoli del Sindaco, dell’Arcivescovo, ed anche del Re. »
(Alexandre Dumas)
Nella prima meta’ del 700 e fin quasi alla fine del secolo era conosciuto a Napoli e nei paesi circostanti un frate domenicano di nome Gregorio Maria Rocco , ma generalmente chiamato Padre Rocco. Il frate , tenuto in molta considerazione sia dal popolo che dalla nobilta, ‘ era molto influente ed ascoltato dai sovrani che si succedettero in quel periodo : Carlo III e Ferdinando IV .
La popolarita’ di Padre Rocco era dovuta all’ opera che lui svolgeva a favore dei miseri e dei derelitti per i quali intercedeva presso tutti coloro che, in un modo o in un altro , potevano essere loro di aiuto. Cercava in ogni angolo della citta’ i ragazzi in balia di se stessi, senza casa e senza famiglia, destinati ad essere preda del vizio , li catechizzava , spiegando i pericoli ai quali loro erano esposti e a chi lo ascoltava assicurava un avvenire tranquillo collocandolo presso coloni o artigiani oppure a servizio in case borghesi e talvolta anche patrizie.
Lungo sarebbe l’elenco delle opere e dei meriti di Padre Rocco nell’arco di tempo durante il quale svolse la sua missione, ma bisogna citare l’assistenza che dedico’ agl ‘infermi in occasione dell’epidemia del1764 durante la quale rifulsero le sue doti organizzative, la sua carità cristiana d il suo spirito di sacrificio.bisogna parlare del merito di aver promosso la costruzione dell’ Albergo dei Poveri e di aver realizzato lui, un povero frate, la prima illuminazione della citta’
L’albergo dei poveri fu la sua conquista più bella. Egli riuscì a convincere Carlo III a costruire un ospizio per dare un ricovero a tutti i poveri della città
Senza mai stancarsi , con tenacia ammirevole , giovandosi della preziosa alleanza della regina Maria Amalia, riusci’ a fare emettere a re Carlo III il decreto che autorizzava la costruzione di un ospizio capace di dare asilo a tutti i poveri della citta’.
Il 1751 , su progetto di Ferdinando Fuga , ebbe inizio la costruzione del colossale edificio del quale, purtroppo Padre Rocco non riusci’ a vederne la fine essendo morto nel 1782.
Infatti i lavori sospesi diverse volte per varie cause , comprese quelle dei rivolgimenti politici che caratterizzarono l’epoca, terminarono solo nel 1829, ed oggi , nella piazza intitolata appunto a Carlo III , si staglia il mastodontico edificio comunemente chiamato ” reclusorio “, o meglio ” serraglio ” che avendo una lunghezza di oltre 350 metri , non rispecchia il progetto iniziale che lo prevedeva molto piu’ grande.
Altra “invenzione” di padre Rocco fu quella dell’illuminazione delle strade che a Napoli, nel 700, era inesistente. I nobili venivano scortati da servi con lanterne ed la povera gente, onde evitare brutti incontri, la sera si rintanava in casa. I delinquenti, ed erano molti, la facevano da padroni: essi si appostavano al buio tendendo una corda nella quale il malcapitato che inciampava, veniva immediatamente sopraffatto (da qui nacque il detto “e che te cride ca’ vaco a mettere ‘a fune ‘a notte”, per dire: non vado mica a rubare). Dopo un primo tentativo, di padre Rocco, di far mettere delle lanterne ad olio, che venivano prontamente distrutte dai ladri, al Domenicano venne l’idea vincente. Il sentimento religioso nei napoletani, anche nei ladri, é sempre stato molto forte allora, padre Rocco, ogni 5 o 6 case consegnava ai fedeli più devoti delle immagini sacre, invitando loro ad appenderle fuori casa ed ad accendervi un lume ogni sera. Ogni quartiere si impegnò a tenere le lampade a olio accese sistemate ai lati delle Madonne e così si riuscì ad illuminare le strade di Napoli anche di notte. Le lampade non furono più distrutte e Napoli ebbe la sua prima illuminazione.
Da quel momento ogni volta che qualcuno varcava la soglia della propria casa per uscire, le madri o le mogli salutavano i propri uomini con questa frase: “Va’, ‘a Madonna t’accumpagna!”.
La città di Napoli, così, conobbe le sue luci notturne e fu senza dubbio sempre più sicura, a mano a mano che le edicole votive si estesero a tutto il territorio abitato.
Il retaggio dei Santi e delle Madonne di Padre Rocco e’ tutt’ora esistente ed e’ costituito dalle edicole religiose che, specialmente nei quartieri popolari , si vedono sui muri .