La storia della nostra citta’ ha inizio all’incirca sul finire de IX secolo a. c. , quando dei navigatori greci  provenienti da Eubea, intorno alla metà del VIII
secolo a.c.  fondarono  prima PITHECUSA ( oggi Lacco ameno di Ischia ) e poi una vera e propria colonia commerciale cui dettero il nome di Cuma . Qui essi costruirono semplici abitazioni piccoli templi adibiti al culto  e nessuna cinta muraria visto che la morfologia della costa svolgeva una naturale funzione protettiva .

La vivacità culturale, economica e mercantile diedero ben presto un forte impulso allo sviluppo di Cuma, che iniziò ad espandersi verso sud, giungendo a stabilire, nel 680 a.C. circa, un presidio militare e commerciale nell’area a valle del colle di Pizzofalcone  sulle sponde del fiume Sebeto (oggi praticamente scomparso sotto il cemento). E proprio vicino alla foce di quel corso d’acqua celebre nell’antichita’ si vuole che i Cumani abbiano trovato gia presente un piccolo agglomerato di case  e altre genti che praticavano un particolare culto , quello di una sirena, che dara’ il nome alla citta’: PARTHENOPE.

sirena-4La sirena si  chiamava Partenope , dal greco ” “vergine” e venne a morire sulle spiagge di Opicia ( cosi’ detta dagli antichi Opici , abitanti della Campania). Si racconta secondo una leggenda che essa affranta per non aver saputo ammaliare con il suo canto l’eroe Ulisse ( che aveva dato ascolto ai consigli di Circe ), si getto’ dall’isola ( i Galli o Capri ) ed il suo cadavere fini’ trasportato dalle onde sull’isolotto di Megaride dando luogo al culto di Partenope che fu vivo per secoli. La citta’ le costrui’ un sepolcro e ogni anno con libagioni e sacrifici di buoi onoravano Partenope innalzata a prima vera protettrice della citta’.
Davanti alla sua tomba si celebravano giochi ginnici e attorno al sepolcro la citta’ con il tempo eresse le sue formidabili e maestose mura. ( che hanno poi con il tempo scoraggiato e fatto desistere dall’attaccarle personaggi come Annibale e Pirro ).

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I coloni greci provenienti da Cuma che quì si stanziarono esportavano a nord del Tevere , in Etruria , i prodotti della terra ( olio , vino, grano ) ricevendone in cambio ferro che veniva lavorato ad Ischia , dove si sono rinvenute scorie ferrose provenienti dall’isola d’Elba .

Il nuovo nucleo urbano  di Partenope raggiungense quindi  in breve tempo un buon livello di prosperità, Esso da i iniziale   sub-colonia di Cuma venne rapidamente trasformata   in un vero e proprio centro abitato, ma la cittadina, pur raggiungendo in breve tempo un buon livello di prosperità,  aveva il punto debole di trovarsi in una posizione strategicamente molto vulnerabile e per questo motivo facilmente aggredibile dalle continue pressioni  delle vicine città etrusche e Sannite .

Parthenope comunque divenne lentamente un’ importante citta’ della Magna Grecia , totalmente impregnata della relativa civilta’, cultura, etnia, pur essendo del tutto autonoma sia amministrativamente che politicamente. La citta’ risenti’ fortemente dell’influenza ateniese. Ci furono grandi traffici commerciali tra le due citta’ e questi continui contatti favorirono e portarono grandi vantaggi in crescita culturale e civile.

Nei due secoli successivi ,Parthenope , pesantemente minacciata dagli Etruschi e dai Sanniti non ebbe comunque un grande sviluppo urbanistico. Ricordiamo infatti che mentre i greci occuparono tutta la costa , gli etruschi occuparono tutta l’entroterra campana avendo in Capua la loro capitale ed estendendosi dietro al Vesuvio fino a Fratte e Pontecagnano ( Salerno ).

I Cumani e gli Etruschi ,animati dalle stesse ambizioni di dominio e di crescita per anni furono in guerra e purtroppo quando  nel  524 a.c., gli Etruschi assalirono Cuma , essi non riuscirono  ad espugnarla ma la loro pressione portò  comunque alla perdita della  roccaforte di Partenope . La cittadina di Partenope venne in quella circostana occupata ed in parte  poi distrutta.

N.B. Pare secondo alcuni studiosi che la perdita di Partenope  divenuta da piccolo e tranquillo borgo ,una prospera e popolosa città , fece un tantino ingelosire la stessa Cuma ,che spaventata dal suo enorme sviluppo non si prodigò più di tanto nel difenderla , preferendo quindi perderla e vederla distrutta .

La guerra tra i cumani e gli etruschi , dopo tante battaglie ebbe poi comunque fine quando gli  Etruschi furono definitivamente battuti in un epico scontro a mare che sancì la definitiva supremazia greca sul territorio campano .Fu una data storica ed importante ( 474 a.C.) poichè i cumani  , alleati con il tiranno di Siracusa Serone , vincendo questa  battaglia contro gli etruschi  ripresero il tranquillo dominio della zona.

CURIOSITA’: La vittoria sugli Etruschi aveva richiesto l’intervento, accanto ai Cumani, della flotta siracusana di Gerone, tiranno di Siracusa, che aveva chiesto ed ottenuto in cambio la concessione di una base ad Ischia, ed ebbe quindi probabilmente ampia parte nella fondazione  e nello svilupposuccesivo  di Neapolis; questa circostanza è confermata dalla pianta e dalle monete della città, di evidente ispirazione siracusana, e dai culti di Athena e Demetra, che in essa si affiancarono a quello di Partenope. Quando poi intorno alla metà del V secolo, si concluse  il ciclo della dinastia di Gerone, la base siracusana di Ischia fu abbandonata, e prontamente occupata e gestita da Neapolis.

Dopo quattro anni dalla vittoria sui rivali i Cumani decisero di espandersi e quindi  edificare una nuova più grande città per avere il pieno controllo di tutto il golfo e dei suoi traffici.
Fondarono quindi  nel 470 a.C . a poca distanza da quel vecchio  primo impianto a suo tempo perso ,un’altra citta’, nella zona pianeggiante , che fu chiamata Neapolis , ” la città nuova” . La piccola Partenope divenne così di conseguenza la città vecchia cioè  Palepolis  .
Si tratto’ in effetti di una nuova zona urbana situata  a poca distanza dalla prima costituendo con questa una sola polis ( il cui confine era il fiume Sebeto ).

CURIOSITA’: Secondo il console romano  Lutazio Catulo, , poichè Partenope sarebbe stata distrutta per invidia dagli stessi Cumani, la terribile pestilenza che poi colpì la citta di Cuma era niente altro che un punizione data alla citta dagli stessi Dei . Sentito quindi  l’Oracolo di Apollo, avrebbero poi fondato una nuova città a breve distanza dalla vecchia Partenope.

Neapolis, fu ovviamente  costruita  in un luogo ritenuto più sicuro di quello dove era sorta la vecchia Partenope , Essa fu realizzata in un luogo appena piu interno e meno raggiungibile dal mare e precisamente ad Est della vecchia Partenope, nella zona che attualmente va dal porto di Napoli al Ponte della Maddalena.

Neapolis , cioe’ la citta’ nuova, da quel momento  fu la sede definitiva di quella colonia greca che quindi partita da Eubea si fermo’ a Pithecusa ( Ischia , isola delle scimmie ) e poi a Cuma , Da qui nell’area della collina di Pizzofalcone con il nome di  Parthenope ( nell’area oggi assai celebrata per il nuovo ascensore che la collega con Santa Lucia ) ed infine rifondata ( e non fondata) come Neapolis..

I napoletani della nuova citta di  Neapolis , da quel momento , probabilmente con l’aiuto dei Calcidiesi, si inserirono rapidamente in quella  nuova corrente di traffico mercantile che si andava vericando nel Mediterraneo occidentale verso Atene ed i suoi alleati, tant’é che, verso il 450 a.C., una flotta ateniese comandata dall’ammiraglio Diòtimo rese omaggio al culto di Partenope istituendo in suo onore a Neapolis le Lampadoforie, gara da disputarsi ogni anno alla luce delle fiaccole.

Era quello un periodo in cui si andava profilando una nuova egemonia culturale e commerciale di Atene le cui flotte non si muovevano più per creare nuove colonie e insediamenti, ma per assicurare alla madrepatria adeguati rifornimenti di grano, minerali, metalli, e merci varie,.

Uno dei porti sicuri era rappresentato proprio da Neapolis con la quale Atene strinse una forte alleanza . Questa stretta collaborazione rese nel tempo  la città di  Neapolis,  il più importante sbocco sul Tirreno per la produzione agricola e artistica, così come Taranto lo era per lo Jonio.

N.B. La cultura e l’arte ateniesi furono fondamentali per lo sviluppo di Neapolis, che lo stesso Pericle definì “Un avamposto della grecità verso il mondo dei barbari”, e fu una costante caratteristica della città anche nei secoli successivi, tanto che, cinque secoli dopo, Petronio la definì “Graecia urbs” nel suo Satyricon.

La città impegnata nei suoi affari commerciali marittimi ebbe anche l’astuzia di rimanere fuori da quelle  guerre che le popolazioni autoctone interne, quali i Pentri, i Caudini, gli Irpini ed i Sanniti, mossero verso la fine del V secolo alle ricche città costiere, conquistando Capua, Capo Miseno, Pozzuoli e, nel 421, la stessa Cuma.  Neapoils si dedicò prevalentemnte alla sviluppo mercantile per la sua crecita vista la notevole difficoltà del suo  rapporto con le zone interne, reso  difficile dalla configurazione collinosa di tali zone, dai numerosi fiumi e da ampie zone paludose.

Il periodo greco duro’ circa 350 anni , poi arrivo’ quello romano che duro’ circa sette secoli . Durante questo periodo i cittadini di  Neapolis si mostrarono come grandi  alleato di Roma Essi nel corso del tempo mostrarono sopratutto la loro fedelta ai romani nella grande guerra che questi  mossero contro i sanniti. Quando infatti nel 326 a.C., i Sanniti, nella seconda guerra sannitica, vennero definitivamente sconfitti dai Romani, fu molto  determinante l’aiuto dei Napoletani;in quella circostanza :  a seguito dell’impegno di Neapolis, venne stipulato con Roma il Foedus Neapolitanum, nel quale, a fronte della garanzia di mettere a disposizione la flotta di Neapolis in eventuali future imprese belliche di Roma, la città ottenne la preservazione della propria cultura greca, il rispetto dei culti da secoli in essa praticati, la conferma della magistratura e della lingua, il diritto di battere moneta. Durante il periodo romano quindi  i napoletani conservarono tutto il carattere greco , in particolare ateniese ,mantenendo dei greci , la civilta’ , e la raffinatezza , essendo comunque considerati greci.

La vita di Neapolis era improntata sopratutto al ben vivere ,a cio’ portata dall’ambiente circostante e dal clima , e indirizzata in tal senso dalla filosofia epicurea che dominava.
Esistevano due scuole epicuree ( Posillipo ed Ercolano ).
Dominavano le attivita’ ludiche e del tempo libero.
Neapolis era detta ” otiosa e docta “, i napoletani concepivano l’esistenza come tesa alla ricerca del piacere sia del corpo che dello spirito, al risparmio di energie per tutelare la propria liberta’ dagli stress della vita quotidiana.
I romani conquistati dal fascino di tale impostazione di vita , scelsero Neapolis come luogo di educazione e di perfezionamento negli studi , attratti anche dalla natura lussureggiante e dal clima temperato . Essi venivano a Neapolis a riposarsi dalle fatiche di Roma , mutando le vesti in quelle greche e interessandosi alle manifestazioni culturali e spettacolari ( Claudio e Nerone vennero per prodursi in esibizioni filodrammatiche e canore nel teatro situato lungo i decumani ).
La tradizione greca fu a lungo conservata , e gli uomini di cultura ebbero una grande predilizione per Neapolis e per il suo ellenismo , riempendo di opere d’arte e libri greci le loro ville disseminate nella citta’. La più famosa fu quella di Vedio Pollione , amico di Augusto , che passò poi in eredità allo stesso imperatore  la villa che poi diede il nome all’intera collina : la magnifica e granse  struttura si chiamava Pausilypon e alludeva alla sua funzione di luogo di riposo ( “fine degli affanni “).

Durante l ‘impero romano si ebbe quindi  una voluta esaltazione dei caratteri ellenici della città che mantenne l’uso della lingua greca come utilizzata da Nerone in visita a Neapolis raggiungendo  il suo apice in epoca augustea per la presenza di poeti e scrittori come Virgilio , Lucrezio, Stazio, Papinio etc.
L’amenita’ dei luoghi , il clima mite , le fonti idrotermali , le tradizioni greche , fecero si che la zona diventasse la piu’ lussuosa e celebre del mondo romano.

Neapolis fu poi anche testimone della fine dell’ Impero Romano . Nella splendida villa che era stata di Lucullo e che poi si trasformò in Castel dellìOvo , Odoacre , re degli Eruli , relegò in esilio Romolo Augustolo , ultimo imperatore di Roma , che vi morì nel 476 d.C.

CURIOSITA’ : Per lungo tempo gli studiosi si erano posti il dilemma di dove fosse collocato con precisione il famoso porto di Neapolis .Oggi grazie agli scavi effettuati in occasione della realizzazione della linea 1 della Metropolitana e della sua fermata in Piazza Municipio , anno  finalmente scoperto che esso era ubicato in una lunga insenatura che si insinuava tra l’attuale Piazza Municipio e la collina del Maschio Angioino .

Sono stati ritrovati in questi scavi imbarcazioni e attrezzature tipiche di un porto che le indagini archeologiche dicono era attivo già dal VI. V secolo a.C. che restò in funzione per oltre mille anni  fino al V secolo d.C. quando andò in disuso con la crisi dell’Impero romano .
Sono riemersi dalla terra circa 200 reperti, derivati dalle antiche attivita’ commerciali : balsamari , monete , ceramiche, suole in cuoio di sandali romani , pentole in terracotta , anfore , pali lignei, cime, banchine , attrezzi da marinaio ,aghi in legno per cucire le reti, calzature , borse di cuoio,  ancore etc.

All’inizio del 400 avvenne un progressivo interramento della baia grazia a frane e accumuli di terreno che modificarono la linea della costa e portarono  all’ impaludamento del porto . Nel sesto secolo poi quello che era l’antico porto fu coperto dal cemento della strada ; a quel punto il mare invece di essere pieno di pesci , era carico di tesori abbandonati.

 

 

ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA

 

 

 

 

 

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