Si trova nel quartiere di Forcella in via Umberto I.
E’ una delle chiese storiche di Napoli ed è la seconda chiesa a Napoli a possedere il titolo dell’Egiziaca; l’altra chiesa, Santa Maria dell’Egiziaca al Monte, si trova in Via Egiziaca a Pizzofalcone.
La chiesa una volta costruita assunse la denominazione di Santa Maria Egiziaca Maggiore, ed il popolo qualche tempo dopo, per distinguerla da quella omonima presente a Pizzofalcone, la soprannominò popolarmente Santa Maria Egiziaca all’Olmo, per un grande albero presente nella piazza antistante la chiesa.
Fu costruita con accanto un monastero nel 1342, per volere della moglie di re Roberto d’Angiò, la Regina Sancia di Maiorca. Il monastero doveva inizialmente avere la funzione di ospitare e dare assistenza alle cosiddette “donne traviate” pronte a redimersi, secondo quella che fu l’esperienza di vita della Santa a cui venne intitolata la chiesa.
Si narra infatti che Santa Maria Egiziaca, dopo una vita da peccatrice, avesse trascorso quarantasette anni da eremita nel deserto d’Egitto in completa solitudine.
Ma la iniziale funzione assistenziale non durò a lungo ed i buoni propositi lasciarono spazio al vil danaro e già dopo pochi anni il monastero cominciò ad ospitare ragazze provenienti da famiglie agiate della borghesia cittadina, incrementando in questo modo, grazie alle cospicue donazioni, il suo già ricco patrimonio.
Fu appunto in questo periodo che nel 1639 alcune monache vollero allontanarsi dal monastero per vivere secondo una regola di clausura più rigorosa, fondandone a Pizzofalcone uno nuovo, anch’esso dedicato alla Santa Egiziaca.
Nel corso dei secoli sono state eseguite diverse opere di restauro a cui parteciparono molti noti architetti del tempo come Gabriele d’Angelo , Giacomo Palmese e il più famoso Dionisio Lazzaro (quello del pulpito del Monacone nel rione Sanità) e Nicola Tagliacozzi Canale.
Il progetto prevedeva una pianta ovale con cinque spazi per lato, di cui tre desinati ad ospitare le cappele, nel cui contesto Dionisio Lazzari pensò di costruirvi un’unica navata centrale coperta da una volta costolonata.
Nella chiesa sono conservate diverse opere di grande importanza artistica.
Troviamo opere di Luca Giordano raffiguranti Santa Maria Egiziaca, di Francesco Solimena, di Paolo De Matteis, Giacomo Fanelli e di Fabrizio Santafede.
Gli stucchi sono opera di Giuseppe Troise mentre l’altare in marmo e’ un’opera dello scultore Gennaro Ragozzino. L’opera sostituì nel 1713, il precedente altare in legno dorato e intagliato, costruito dal maestro intagliatore Nicola Schisano.
Sull’altare maggiore è presente l’opera di Andrea Vaccaro ” la Comunione di Santa Egiziaca“.
Sampre nel 1713, venne in quello stesso anno messo in opera da Domenico Attanasio lo slendido pavimento in maiolica e cotto con al centro il simbolo agostiniano, andato malauguratamente distrutto durante i lavori di restauro del 1965.
Tra il 1756 e il 1790 le monache dell’Egiziaca provvidero ad effettuare lavori di ampliamento del monastero, potenziando particolarmente gli spazi destinati alla formazione delle monache; al 1765 risale invece la costruzione del nuovo chiostro e del nuovo ingresso, dove troviamo i tre busti in stucco di Sant’Agostino, Santa Monica e di Santa Maria Egiziaca, che attualmente è l’unico ambiente rimasto integro del monastero dopo che tutto il complesso fu inglobato dalla fabbrica dell’ospedale Ascalesi.