Domenico Antonio Vaccaro Nato a Napoli nel 1678 , va considerato insieme a Ferdinando Sanfelice, senza alcun dubbio il protagonista della seconda stagione del barocco a Napoli. Entrambi allievi di Francesco Solimena, segnano, il primo, la svolta verso il rococò, il secondo il passaggio all’illuminismo neoclassico.
E’ stato un’artista eclettico, rivelando il suo genio nella pittura e nella architettura, ma sopratutto nella scultura.
Oltre ad essere uno  dei  pittori più versatili dell’epoca, egli  fu infatti anche un eccezionale scultore,  ma anche un apprezzato architetto ed un bravo scenografo ( sua infatti è la sistemazione del teatro di Montecalvario, poi teatro Nuovo, distrutto da un incendio nel 1934 ).
In pittura operò una perfetta sintesi tra l’arte del Solimena e quella di Luca  Giordano, in quel periodo certamente  il più famoso dei pittori napoletani.
Figlio dello scultore Lorenzo Vaccaro,  Domenico Antonio giunge tardi all’architettura, ma subito si afferma  professionalmente lavorando in maniera autonoma sia  nel campo dell’edilizia sacra, dove lavorò per varie chiese  per conto di ordini religiosi e di confraternite, che di quella residenziale.
Si formò presso la bottega del padre e fu allievo di Francesco Solimena.
Abitò alla via Magnocavallo oggi via Girardi al quartiere di Montecalvario ai Quartieri Spagnoli al secondo piano del Palazzo di proprietà dei Conti di Magnocavallo posto di fronte alla chiesa di Santa Maria del Soccorso.
La sua vita, nonostante i suoi successi artistici fu afflitta da problemi soprattutto economici avendo avuto ben dieci figli.
Alla morte del padre, ucciso nel 1705 da due sicari, Domenico dovette occuparsi del completamento dei marmi decorativi per la chiesa di San Giorgio Maggiore a Napoli, lasciati incompiuti e completare il busto di San Gennaro iniziato dal padre qualche mese prima che venisse assassinato ( oggi opera della collezione del Tesoro di San Gennaro ). Dovette anche completare le sculture in marmo bianco nella Cappella di San Giovanni Battista nella Certosa di San Martino, che furono già approntate da Lorenzo prima di morire.

Edicola di San Gennaro a Napoli

Il busto di San Gennaro,  posta nella omonima edicola, è tra monumenti tutelati dall’Unesco.

L’edicola votiva dedicata a San Gennaro, situata sul sagrato della chiesa rinascimentale di Santa Caterina a Formiello, fu progettata e disegnata in forme barocche da Ferdinando Sanfelice mentre l’esecuzione delle sculture fu affidata nel 1706 a Lorenzo Vaccaro prima e alla sua morte al figlio Domenico.

 

L’edicola sacra voluta dalla Deputazione del Tesoro di San Gennaro e realizzata da Domenico Antonio Vaccaro, fu posta all’inizio del XVIII secolo sul sagrato della chiesa di Santa Caterina al Formiello, affinché il patrono della città garantisse sonni tranquilli ai napoletani.

 

Qualche anno dopo, per la Basilica di San Paolo Maggiore, sempre a Napoli, realizzò una delle sue sculture più celebri, l’Angelo custode. Tra il 1718 e il 1725, progettò e costruì la chiesa di Santa Maria della Concezione a Montecalvario, considerata dalla critica la sua opera migliore. Continuò quindi fortemente ispirato, a lavorare per numerosi committenti presso edifici sacri e civili.
Le  sue opere  sono oggi visibili e diffuse in tutta la città.
Oltre alle  già citate chiese vale le pena dare uno sguardo anche alle chiesa di Santa Maria di Costantinopoli,  di di Santa Teresa degli Scalzi,  di di Santa Maria della Carità, della Concezione a Montecalvario, di San Michele Arcangelo al Mercatello,  di Santa Maria del Caravaggio a Piazza Dante, e la Chiesa di Sant’Anna di Palazzo,  dove nell’altare maggiore da lui costruito possiamo ammirare la sua mirabile arte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Da non dimenticare il restauro del chiostro maiolicato del Monastero delle Clarisse di Santa Chiara  ( con l’uso decorativo delle maioliche realizzate dai maestri “riggiolari” Giuseppe e Donato Massa)  e tra  gli edifici civili oltre al Palazzo dell’Immacolatella va ricordato anche il Palazzo Tarsia nel luogo detto di Pontecorvo nel suo quartiere natio.


Le sue opere ovviamente non sono solo queste poichè ci siamo limitati a citarvi solo le più importanti, ma non mancherete, visitando la città e la nostra periferia, di vedere altre opere minori ( si fa per dire ) e spesso sentirete citare il suo nome.
E’ morto a Napoli il 13 giugno del 1745.

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