Piazza Giovanni Bovio ,nota anche come Piazza Borsa per via del monumentale palazzo della Borsa che in questo luogo è presente si trova nel centro storico di Napoli .

Il nuovo nome in uso dalla  fine del XIX secolo ,  lo si deve a Giovanni Bovio, filosofo e politico del Regno d’Italia e membro eminente della massoneria italiana .
Egli nato a Trani il 6 febbraio 1837 mori’ a Napoli, considerata sua citta’ di adozione, il 15 aprile 1903.

 

La piazza era  prima chiamata Piazza Borsa per via del monumentale palazzo della Borsa ancora oggi presente e costruito nel 1895 , su progetto degli architetti Alfonso Guerra e Luigi Ferrara.

Il centro della piazza è oggi dominato dalle statue di Vittorio Emanuele II a cavallo e di Partenope mentre all’epoca al loro posto si trovava  la Fontana del Nettuno ora allocata in Piazza del Municipio .

L’attuale conformazione della piazza è il risultato di una serie di lavori attuati alla fine dell’Ottocento in occasione del progetto di Risanamento avviato per diversi quartieri della città ,  allo scopo di ripulire la città dalle scarse condizioni condizioni igieniche che vi albergavano , dopo una devastante epidemia di colera che aveva afflitto la citta’.
Il grande palazzo della Borsa     che per tanti anni ha dato il nome alla Piazza è formato da tre piani con una facciata di stile neorinascimentale .

L’ingresso, a cui si accede da una bella scalinata, è affiancato da alcuni bronzi raffiguranti leoni cavalcati da geni alati, opera di Luigi de Luca, che rappresentano allegoricamente il “Genio che domina la forza”.

La magnificenza dei marmi del prospetto , delle scale e delle colonne che adornano il palazzo insieme alla sua grande sala centrale con lunette decorate contrastano con il disadorno ambiente paleocristiano del vestibolo e dell’ipogeo dell’ antica Chiesa di Sant’Aspreno al porto presente nel lato sinistro all’interno del palazzo .

La piccola chiesa dedicata a Sant’ Aspreno , primo patrono di Napoli , era un tempo presente proprio nel luogo dove ora si trova il palazzo .

Contrariamente a quel che si può ‘ pensare  non e’ San Gennaro il primo patrono della nostra città’ ma San Aspreno . Egli inferno miracolato pare che avesse ricevuto proprio da San Pietro nel suo passaggio a Napoli mentre si recava a Roma l’ incarico di guidare il popolo napoletano e di reggerne la cristianita’ .         Alla sua morte il bastone con cui San Pietro l’aveva guarito ed il suo busto d’ argento entrarono a far parte del tesoro di San Gennaro .       La piccola struttura fu edificata durante l’ VIII secolo nel luogo in cui sorgeva una grotta che secondo la leggenda era stata proprio la dimora di Sant’Aspreno . Dopo essere stata ristrutturata dal devoto mercante miracolato Salvatore Perrella  e dopo aver aver subito diversi rimaneggiamenti fini poi per essere inglobata nel palazzo della Borsa al momento della sua costruzione nel 1895.
La piccola chiesa fu edificata durante l’ VIII secolo nel luogo in cui sorgeva una grotta che secondo la leggenda era stata la dimora di Sant’Aspreno .
Nella cappella si trova un vano sotterraneo con al centro un piccolo altare del VIII secolo sul quale dietro un grata di ferro e’ posta una grossa pietra che si dice il santo usasse per le sue penitenze .
Sotto l’altare e’ possibile notare un buco dove i fedeli afflitti da mal di testa pare usavano introdurre il capo per guarire grazie all’ intercessione del santo .
Ancora oggi Sant’Aspreno e’ invocato dai fedeli che soffrono di emicrania

 

In occasione dei lavori per la costruzione  della stazione della metropolitana oggi presente in Piazza , gli scavi  hanno portato alla luce una serie numerosa di reperti tra cui i resti della fortificazione d’epoca bizantina, un rilievo raffigurante un trofeo di guerra, la prua di una nave e due lastre marmoree d’epoca imperiale con la rappresentazione di legionari ed uomini togati. I reperti sono esposti al museo Stazione Neapolis all’interno della fermata “Museo” della metropolitana (linea L1)

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