Senza alcun dubbio tra i luoghi piu ‘ pittoreschi e visitati della Campania , possiamo a mio dire considerare Capri ” La piu’ bella isola del golfo di Napoli ” .
La sua bellezza e la sua fama sono note da tempi lontani quando gli antichi l’avevano legata ai miti di Ulisse e delle Sirene . Pare infatti  che la bella sirena dal nome  Partenope ( in greco ” “vergine”) ,affranta per non aver saputo ammaliare con il suo canto l’eroe Ulisse ( che aveva dato ascolto ai consigli di Circe ), si fosse gettata  proprio dall’isola di Capri nel suo atto supremo di suicidarsi ed il suo cadavere fini’ poi per essere trasportato dalle onde sull’isolotto di Megaride .

Il nome dell’isola deriva da Caprios , che in greco indicherebbe una notevole presenza di cinghiali sull’isola , e fin dall’epoca romana fu un terra consacrata al riposo della mente e alle delizie dei sensi . Secondo altri invece era per i greci ed i romani l’isola delle capre, e a questo si deve il suo nome.
L’isola e’ ricca di coste frastagliate e di grotte fra le quali più famosa è la Grotta Azzurra . Presenta numerosi rilievi fra cui il principale e’ quello di Anacapri , e il suo paesaggio appare coperto di macchia profumata .
Il mare color turchese da cui emerge e’ particolarmente profondo , ma ciò che colpisce di più, a picco nel mare, sono i celebri faraglioni : piccoli isolotti rocciosi dalle forme più variegate, che sembrano emergere dalle acque azzurre e profonde e puntare verso il cielo .
I Greci la colonizzarono facendola divenire un possedimento di Neapolis , poi l’imperatore Augusto, in visita nell’isola, ne rimase affascinato , e fece di tutto per ottenerla da Napoli in cambio di Ischia. Anche l’imperatore Tiberio se ne innamorò e ne fece il suo rifugio costruendovi più ville, forse dodici, secondo gli autori latini; in realtà, a testimonianza della sua presenza, resta oggi la sua villa lussuosa dedicata a Giove, un delizioso esilio volontario, da cui continuava a governare l’impero.( soggiorno’ sull’isola gli ultimi 10 anni della sua vita )  .Tiberio scelse infatti l’isola di Capri come sede stabile per l’ultimo periodo della sua vita , dal 27 al 37 d.C., continuando a dirigere da qui le sorti dell’impero romano.  Tiberio ,adottato da Augusto , ( era figlio di primo letto della moglie di Augusto Livia Drusilla ) al quale gli era poi succeduto nel 14d.C. Una volta morti il figlio adottivo Germanico ed il figlio minore Druso Cesare aveva difatto trasferito la sede imperiale a Capri .Questo fatto concorse ad alimentare negli ambienti romani di tendenza a lui avversa la più malevoli dicerie su questo soggiorno caprese :Tacito e Svetonio scrissero cose che oggi vengono considerate se non inventate ,sicuramente ingigantite come per esempio il fatto che Tiberio nel suo lungo soggiorno a Capri si abbandonò a violenze e perversioni di ogni genere .

Oltre ai ruderi della sontuosa dimora dell ‘imperatore si può una volta giunti sul luogo ,osservare  anche un famoso precipizio chiamato ” Salto di Tiberio ” dal quale (,racconta Svetonio ), dopo lunghe e raffinate torture ,faceva precipitare in mare i condannati dove ad accoglierli vi erano poi un gruppo di marinai che finivano di dilaniare  i loro corpi .

La villa di Jovis , alla quale si accede tramite un lungo percorso di quasi un’ora ( raggiungere la villa è faticoso, munitevi di pazienza e scarpe comode ) tra un incantevole panorama avvolti in una macchia silenziosa di verde ,resta famosa anche per i racconti sempre fatti ad opera dei nemici di Tiberio su famose quotidiane orge svolte dinanzi ad una collezione di dipinti erotici di arte greca e su fanciulli da lui adottati e usati per le sue sfrenate depravazioni .  

 

 

 In cima ai resti troviamo una piccola chiesa eretta su di una vecchia cappella di  epoca medioevale  dedicata ai santi Cristofaro e Leonardo e attualmente chiamata Santa Maria del Soccorso.    

 

 Tiberio morì poi a Miseno durante un viaggio di ritorno a Roma e Capri rimase residenza imperiale fino al II secolo d.C.
Alla fine dell’impero Capri non fu immune dall’invasione dei Vandali, e dei Saraceni .
L’isola passò poi sotto la dominazione Longobarda ed in seguito Normanna, finché con gli Angioini, che fondarono la grandiosa certosa di San Giacomo, non tornò all’antico splendore.                                                                                                          La certosa di San Giacomo fu costruita nel 1371 dal caprese Giacomo Arcucci ,conte di Minervino ed Altamura , segretario della regina Giovanna d’Angiò su di un terreno donato dalla stessa regina al conte .Fù poi ampliata nel 1556 dopo il saccheggio e l’incendio subiti ad opera dei  corsari .Ospita attualmente nella sale che un tempo ospitavano il refettorio , il museo dedicato al pittore Karl Diefenbach, noto esponente della pittura simbolistica europea di fine ottocento che soggiornò a Capri fino alla sua morte nel 1913.

 

 A proposito , se volete visitare la Certosa ed il suo museo , conviene con un unico biglietto visitare anche i bei giardini di Augusto costituiti da una serie di terrazze fiorite affacciate sui Faraglioni e sulla Baia di Marina Piccola ed i tornanti di Via Krupp.

L’isola è composta da due comuni, ognuno con la propria amministrazione: Capri e Anacapri.
La famosa piazzeta di Capri , e’ sempre stata il centro della vita di Capri (essa in realtà si chiama Piazza Umberto I e solo dagli anni ’30 è stata denominata ‘piazzetta ‘ ).

Per quanto piccola , e’ il vero centro della mondanità dell’isola, al punto da meritare il soprannome di “Salotto del mondo” ma un tempo era semplicemente la piazza del mercato del pesce. Ad essa vi si giunge dalla terrazza della funicolare da cui si gode un pittoresco panorama.
I tavolini dei quattro bar, tutti famosissimi, che si affacciano sulla piazza fanno da arredamento, mentre la cortina di palazzi, tutti ristrutturati nel Seicento, fanno la scenografia.
Interessante tra questi il bel Palazzo Cerio, una costruzione di epoca angioina, risalente alla seconda metà del 1300 e la Torre dell’Orologio che in realtà in origine era il campanile della cattedrale di Santo Stefano .
Il municipio, invece e’ un palazzo del ‘700 che occupa gli edifici un tempo appartenenti al palazzo Vescovile . Esso resta tuttora collegato da un passaggio coperto alla chiesa di Santo Stefano.
La Piazzetta da anni e’ punto di’ incontro dell’alta societa’ , dove dopo il giro dell’isola vale la pena di sedersi al tavolino di uno dei numerosi caffè’ e gustarsi il via vai di persone , per poi girovagare nelle stradine tra le case in calce bianca e infine arrampicarsi fino a punta Tragara per contemplare i famosi faraglioni , immagine simbolo di Capri , tre imponenti masse rocciose che come tre colossi si specchiano nel mare ; Stella, Scopolo, faraglione di Mezzo, sono i nomi dei tre affascinanti spuntoni rocciosi, dalla mole imponente e dalle forme singolari, cartolina nota in tutto il mondo, che completano il panorama di Capri e si immergono nel mare blu piu’ profondo .
I faraglioni hanno sempre stimolato la fantasia e prodotto miti e leggende, tanto che anche Virgilio li citò nell’Eneide legandoli al mito delle Sirene.


Il faraglione Stella è legato alla terraferma ed è caratterizzato da spettacolari spruzzi prodotti col mare mosso da una fessura subacquea vicina alla sua estremità, mentre quando il mare è calmo, questa stessa produce meravigliosi effetti cromatici con tonalità cangianti di azzurro. Lo Scopolo, invece, è singolare per la presenza della lucertola azzurra che vive solo lì.
A completare il paesaggio, oltre alla particolare profondità del mare in quel punto, sono le correnti che rendono il mare particolarmente violento intorno ai faraglioni e li circondano di spruzzi e colori differenti quasi a renderli ancora più affascinanti e misteriosi.
Dalla piazzetta volendo si imbocca direttamente la via Vittorio Emanuele III ( la via della mondanita’ piena di negozi ) per immergersi nello shopping ed in negozi lussuosi ed esclusivi. È qui che è possibile incontrare volti noti del jet-set internazionale che godono le bellezze dell’isola, fanno acquisti oppure oziano semplicemente.
La via, passando dallo storico hotel “Quisisana” conduce alla Certosa ed ai giardini di Augusto, luoghi più appartati e silenziosi, per godere del meritato riposo dopo tanta mondanità.
I giardini di Augusto , dotati di una vista mozzafiato , sono sicuramente una delle mete più ‘ ambite ed uno dei luoghi più rilassanti i dell’isola capace di attrarre numerosissimi visitatori Sono frutto di una sistemazione degli anni ’30, commissionata dal magnate tedesco dell’acciaio Krupp, che volle realizzata anche la via omonima, un capolavoro d’ingegneria fatto di tornanti a picco sul mare, che collega i giardini e la Certosa a Marina Piccola.


Marina Grande è anche una località balneare con un’ampia spiaggia dove troverete anche dei bei ristoranti dove potete mangiare a base di pesce ( noi vi consigliamo ” lo zodiaco “).
Le case che costeggiano l’approdo conservano ancora la struttura antica tipica delle abitazioni dei pescatori a Capri.          Non dimenticate anche una tappa ai Bagni di Tiberio , l’antica residenza sulla spiaggia dell’imperatore romano.

La fama turistica di Capri si diffuse alla metà dell’800 con la riscoperta della grotta azzurra , e di conseguenza divenne da allora meta immancabile di numerosi scrittori , poeti ed artisti stranieri di fama internazionale alla ricerca di sensazioni forti che vedevano l’isola come immagine del paradiso e della sensualita’ perduta.
La Grotta Azzurra, e’ un gioiello scoperto già ai tempi dei Romani. Gli imperatori infatti avevano visto giusto e sfruttando l’ingresso alla grotta, nascosto spesso dalle maree, ne avevano fatto la loro piscina privata.
Per lungo tempo la Grotta Azzurra fu poi quasi dimenticata: i marinai del luogo infatti ne erano intimoriti, perché alcune leggende popolari ne parlavano come di un luogo infestato da spiriti e demoni. Anche se avvolta dal mistero, la grotta azzurra era rimasta ben nota ai pescatori, che ne conoscevano l’accesso; proprio uno di loro, nella prima metà del 1800 la fece esplorare per la prima volta ai tedeschi Ernst Fries e August Kopisch, un pittore e uno scrittore. I due narrarono con stupore e meraviglia la scoperta e da allora la grotta dai riflessi cangianti divenne celebre in tutto il mondo.


La luce penetra nella grotta dall’esterno e arriva dall’interno attraverso un’apertura sottomarina, creando un gioco di colori che tende all’azzurro e varia nelle diverse ore del giorno e con le condizioni atmosferiche. Proprio questo fenomeno ha reso il monumento naturale una meta ambitissima dai visitatori la più visitata dopo gli scavi di Pompei e la reggia di Caserta.
Vi si accede quasi distesi in piccole barche che varcano l’arco d’ingresso che si fa più grande o più piccolo in base alla marea.
Una volta all’interno, non appena la vista si abitua dopo un momento in cui si è avvolti dall’oscurità, si può ammirare il miracolo: colpite dalla luce, le rocce immerse in acqua mostrano riflessi d’argento: è l’effetto delle bolle d’aria attaccate alla superficie degli oggetti immersi che hanno un indice di rifrazione diverso da quello dell’acqua. La cavità naturale è lunga circa 60 metri e larga circa 25.
Su uno dei lati della grotta si apre la “galleria dei pilastri” che sembra sostenuta naturalmente da stalattiti suggestive.

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