Da qualche anno Napoli è una città dove la Street Art, l’arte di strada è di casa e non è raro girando per il nostro centro storico imbattersi improvvisamente in veri e propri capolavori d’arte..
Dal centro storico ai quartieri periferici, le opere di numerosi street artist non solo colorano i quartieri della città, ma sono anche una grande attrattiva turistica. L’arte urbana in città, infatti, fonde antico e moderno, sacro e profano e si rivolge a quelli che sono i punti di riferimento di un popolo dalle mille tradizioni.
L’ artista e writer nato nella underground di Bristol in Inghilterra , oramai famosissimo in tutto il mondo ha scelto la nostra città per regalare all’Italia intera le sue opere .Forse infatti non tutti sanno che è a Napoli che Bansky ha lasciato le sue uniche due opere italiane scegliendo soggetti sacri accostati ad elementi “sacrileghi” come il menu del Mc Donald’s nel caso dell’ “estasi” e una pistola, nel secondo caso, scelta probabilmente per indicare la presenza della Camorra nella città e il legame che ha sempre avuto la religiosità con la malavita.
In via Benedetto Croce c’era la sua ‘Estasi di Santa Teresa’, vandalizzata barbaramente nel 2010 e in Piazza dei Girolamini, c’è ancora la cosiddetta ‘Madonna con la pistola’, collocata proprio accanto ad una immagine sacra della Madonna con la particolarità di avere una pistola posta nell’aureola.
L’identità di Banksy è un segreto custodito dall’inizio degli anni ’90. Di lui si conoscono la nazionalità britannica, la città natale Bristol, il profilo Instagram con circa 5 milioni di iscritti e il sito web dove mette online le opere, senza commento. Egli ha fatto della sua arte di strada un mezzo di protesta sociale e politico battendosi fortemente contro la mercificazione dell’arte ma paradossalmente le sue opere fatte in strada sono oggi vendute a prezzi record ed il più noto esponente della street art , che contesta ufficialmente i canali delle mostre, viene oggi celebrato da continue esposizioni «non autorizzate» in giro per il mondo, con fila garantita davanti alle biglietterie che mettono in mostra le sue opere.
Nell’ottobre 2018 ha programmato l’autodistruzione della sua opera ‘Girl with balloon’ del 2006. Subito dopo essere stata messa all’asta da Sotheby’s a Londra per oltre un 1,2 milioni di euro, la tela è scivolata nella parte inferiore della cornice che l’ha tagliata in listarelle verticali. Una trovata per criticare la commercializzazione dell’arte. I presenti, compresi gli organizzatori dell’asta, rimasero di stucco.
Questa rivendicata autodistruzione insieme all ‘episodio del tentato furto di una sua stampa dalla mostra al Mudec di Milano, ha reso negli ultimi anni sempre più famoso il misterioso artista,. Complici questi episodi egli infatti ha generato un grosso interesse del mercato intorno alla sua figura e a quelle di altri famosi street artists, attirando l’attenzione delle case d’asta, che hanno iniziato ad includere la street art nelle loro più importanti sales, fino a dedicarle singoli cataloghi, ottenendo grandi riscontri in termini di fatturato e prezzi da record , tutto questo non senza proteste da parte degli stessi artisti contrari spesso alla mercificazione delle loro opere.
Un murales di Banksy apparso sul muro di un garage della cittadina di Port Talbot, in Galles, prima di Natale a prima vista sembrava l’immagine di un bimbo che sorride sotto una nevicata. Ma guardando bene non sono fiocchi, ma la cenere di un cassonetto in fiamme, che spunta proprio dietro l’angolo del muro.
In realtà è tutta una questione di prospettiva e di approfondimento. Basta girare l’angolo per scoprire l’atroce verità: non neve fresca e spumosa, ma coriandoli di cenere provenienti da un cassonetto della spazzatura in fiamme. Il graffito disegnato sul muro di questo paesino del Galles che conta appena 30 mila anime è molto provocatorio in quanto il luogo è uno di quelli maggiormente inquinati della Gran Bretagna. A luglio balzò all’onore delle cronache perché la polvere sottile e cancerogena delle acciaierie aveva ricoperto come un manto di neve, appunto, abitazione e automobili. E infatti il video di Banksy termina con una panoramica dall’alto sulle fabbriche da cui esce denso fumo nero. Il proprietario del garage, dopo un pressante corteggiamento, ha venduto l’opera per «una somma a sei cifre.
L’ennesima dimostrazione del «paradosso di Banksy» arriva da Tokyo. Il disegno di un topo ritrovato ultimamente a Tokyo , che si protegge dalla pioggia con un ombrello è apparso sulla porta della stazione di Hinode nel centro della città , già è stata smontato e messa al sicuro in un magazzino in attesa di una sua sua valutazione certamente a più zeri.
e quello della cameriera che spazza “sollevando” l’intonaco del muro chiamata “Sweep it under the carpet”.
e ancora ……..
Ma ritorniamo alla nostra città : Poco distante, da Piazza Girolamini , , nel cuore dell’Anticaglia , lungo il vico Cinquesanti, che si apre ad incrocio su Piazza San Gaetano troviamo invece esistere nella chiesa della Scorziata da tempo abbandonata all’incuria e depredata di ogni sua opera ,un dipinto del noto street artist francese Zilda . L’opera è stata dall’artista inserita in uno scenario surreale di abbandono in cui versa il Sacro Tempio e sembra con il suo sguardo voler punire i suoi assassini ricordando a tutti quello che stiamo perdendo . Il lavoro è una rivisitazione della ‘ Meditazione sulla storia d’Italia di Hayez’, trasformata in una Maddalena meditativa dallo sguardo severo.
il Sacro Tempio della Scorziata, costruita nel 1579 era un tempo una struttura ricca di opere d’arte come il “San Giovannino”, (copia della famosa opera del Caravaggio) e preziose tele di allievi del maestro Francesco Solimena e Massimo Stanzione che sono state tutte rubate nel corso degli anni . Essa completamente abbandonata , versa inspiegabilmente da decenni abbandonata nella più completa fatiscenza, razziata e poi definitivamente distrutta da un incendio. avvenuto nel 2012 .In questa chiesa sono stata compiute razzie di ogni genere e rubati oggetti di pregio e grandi capolavori d’arte come addirittura i marmi dell’altare , il coro ligneo ed infine ultimamente anche l’antico pavimento che è stato smontato pezzo dopo pezzo. Nulla è stato risparmiato ,ed oggi la chiesa versa in un deprecabile spettacolo di infinita tristezza se non fosse per l’opera di Zilda che nella sua sfida all’indifferenza con la sua allegoria ricorda a tutti noi ciò che non sappiamo conservare e valorizzare.
Le opere del “Banksy di Rennes” dal volto mascherato in arte Zilda si ispirano all’arte rinascimentale e la sua tecnica è molto particolare: disegna prima su carta, dipinge e poi incolla i poster sui posti scelti per la raffigurazione. E’ un artista molto attivo a Napoli ed i suoi graffiti si possono osservare in vari punti della città .
Oltre alla Maddalenanella Scorziata ,una delle sue opere più famose è un angelo in vico San Giovanni in Porta , ma significativi sono anche il disegno di una donna con un bambino in vico Santa Maria dell’Aiuto , e due magnifiche opere in salita Pontecorvo nei pressi di Piazza Dante dell’ex carcere Filangieri , (diventato scugnizzo liberato) rappresentanti un angelo (dal titolo “Tu eri l’ineffabile” ) ed una donna (dal titolo “Tu eri l’ineffabile” ) che invece si trova raffugurata sul suo tetto . , ed ultimamente l’opera sull’interno del famoso Palazzo Sanfelice nel Rione Sanità intitolata “Il vento pesa quanto le catene”, cioè un uomo disegnato su carta incatenato raffigurato dinnanzi al profilo del Vesuvio con il golfo di Napoli.
Alcune sue opere che si trovano anche nei quartieri di Poggioreale e a Portici nel Porto del Granatello intitolata ‘ Amore e psiche ‘.
Altro noto artista a Napoli il cui volto resta ancora sconosciuto è Jorit Agoch ( Jorit è il suo nome di battesimo e Agoch il suo pseudonimo ) considerato oggi tra i street artisti più apprezzati a livello internazionale . Nato da padre italiano e madre olandese egli risulta essere principalmente attivo nella nostra città dove è conosciuto soprattutto per i maxi-ritratti di personaggi celebri, come Diego Armando Maradona e Marek Hamsik, dipinti su facciate di edifici comunali o popolari con l’intento di riqualificare esteticamente aree periferiche e quartieri più degradati nel tentativo di dare a queste aree urbane una maggiore dignità.
L’ enorme murales dedicato a Maradona per esempio presente sulla facciata di un palazzo di San Giovanni a Teduccio vuole essere, al contempo, un omaggio al Pibe de Oro ed un’iniziativa mirata alla rinascita del quartiere periferico di Napoli considerato da sempre uno dei tanti agglomerati di case della periferia dove l’anonimato dilaga e avvolge ogni cosa. Da quando l’artista ha deciso infatti di dipingere sulla facciata di un grande palazzo ( in via Taverna del ferro ) del quartiere il volto di Diego Armando Maradona in un grande ritratto , la notorietà di questo fazzoletto di muratura e asfalto è cresciuta esponenzialmente.Un particolare molto curioso riguarda la “firma” dell’artista, due parole nascoste in uno degli occhi del calciatore visibili solo quando la luce di alba o tramonto si riflette sul murales. La prima parola non è molto comprensibile, mentre la seconda è sicuramente “Siempre”.
Dopo circa un anno, Jorit ha poi completato il suo intervento con un altro grande murale, realizzato sul palazzo gemello di quello dedicato a Maradona, che ritrae uno splendido ritratto di uno scugnizzo chiamato Niccolò disegnato con gli occhi chiusi,. E’ un bambino autistico e “il suo sguardo sfuggente – spiega Jorit – rappresenta la condizione di chi è dentro questa sindrome”. Un particolare sottostante al ritratto, ripropone però gli occhi del ragazzo, stavolta aperti. “È come se queste persone – aggiunge lo street artist – fossero rinchiuse in un abitacolo che non riescono a manovrare. Eppure, sono in grado di vedere lucidamente ciò che c’è al di fuori.
Sotto questo ritratto campeggia una grande scritta: “Essere umani”, che fa da contralto a quella sottostante l’immagine del calciatore argentino: “Dios umano”. In questo modo l’artista vuole esprimere il suo intento di mettere sullo stesso piano esseri umani e divinità, seppur del mondo del calcio. Inoltre tramutatosi in mito vuole essere un punto di riferimento, simbolico di riscatto per i numerosi ragazzi che ancora oggi vedono in quell’eroe calcistico degli anni ‘80 la percezione di un essere semidivino, capace con irrefrenabile qualità tecniche di passare da uno stato di povertà a quello di ricchezza e al contempo divenire trascinatore della squadra di calcio del Napoli alla conquista dello scudetto, unendo un’intera città in un sogno .
Altro murales di Maradona sempre opera di Jorit si trova nei famosi quartieri spagnoli . Esso fu realizzato in occasione del secondo scudetto del Napoli, nel 1990, dall’artista scolmparso Mario Filardi sulla parete del palazzo di sei piani in via Emanuele De Deo).Ultimamente è stato restaurato nel 2016 grazie anche ad una colletta di residenti ed artigiani dell’area che si sono autotassati . Durante i lavori di restauro è stato anche ritrovato il brillante di Swarovski che a suo tempo era stato usato come orecchino del Pibe de Oro e che è stato ricollocato sul murales. Maradona indossa la maglia della squadra con lo sponsor di allora e, naturalmente, il suo irrinunciabile numero 10.
Anche al capitano del Napoli Marek Hamsik Jorit Agoch ha dedicato un enorme murales realizzato sulla facciata della scuola Viviani nella cittadina di Quarto vicino Napoli , sita nella zona flegra . Sembra che l’opera sia stato finanziato da Costantino Intemerato, il barbiere del Capitano del Napoli che ha creato la famosa “cresta” che lo identifica.
In Via Duomo , all’inizio del noto quartiere Forcella , nei pressi della chiesa di San Giorgio Maggiore, possiamo invece ammirare l’enorme suo San Gennaro con lo sguardo rivolto verso il cielo che ci invita ad attraversare la zona ricordata in genere solo per la faida.
Il San Gennaro di Forcella , realizzato con il Comune di Napoli e l’Eccellentissima Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro non è comunque l’unica opera dell’artista presente in città. Di recente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio si può ammirare una nuova opera che raffigura Maradona con accanto uno scugnizzo , mentre a Ponticelli su una parete vicino alla chiesa dei santi Paolo e Pietro, nel cosidetto Parco dei Murales ,è presente La Bambina di Ponticelli, dedicato ai bambini delle periferie e al ricordo dell’incendio scoppiato nel campo Rom del quartiere qualche anno fa ( il vero titolo del murale è però “Tutti i bambini del mondo”). La piccola presente sulla facciata di un palazzo gigantesco si chiama Ael, ti guarda negli occhi , ha la pelle scura , due segni sul viso (firma dell’artista)ed una bellezza classica. L’intento dell’opera chiamata Tutt’egual song’e criature” (titolo ispirato a una nota canzone di Enzo Avitabile), è quella di sostenere campagne di sensibilizzazione sui temi dell’integrazione e della lotta al pregiudizio etnico/religioso.
I due artisti siciliani“Rosk&Loste”hanno inoltre realizzato dei splendidi murales nella stazione della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano raffiguranti due noti personaggi che hanno reso onore alla memoria della stessa cittadina : Massimo Troise e Alighiero Noschese .
Da ricordare anche i tre volti di Eduardo de Filippo che chiudono le saracinesche del Teatro San Ferdinando.
Le sue chiese , i suoi monumenti ed i suoi palazzi sono vere opere d’arte ed i suoi vicoli stretti e misteriosi rappresentano con il loro fascino il luogo ideale dove esprimere la propria arte spesso irrequieta , dissacrante , irriverente e ricca di critica politica e sociale .
L ‘artista francese Ernest Pignon per esempio scelse le mura della nostra città perchè come diceva lui sono dei luoghi che riflettono l’artista .
Peccato che la sua opera in città , realizzata all’ingresso del monastero di Santa Chiara abbia avuto una brevissima vita : la Pietà laica, come è stata ribattezzata, dedicata al grande regista Pasolini che con la sua macchina da presa scelse queste strade del centro storico napoletano per girare alcune scene del Decameron.