LIBERO BOVIO

Figlio di un filosofo con ideologie repubblicane (da qui il suo nome) e di una brava pianista,  nacque l’8 Giugno 1883 a Napoli.

Egli non segui’ le orme del padre , iscrivendosi a medicina , ma anche se frequentava i corsi universitari di Medicina non arrivò mai alla laurea perché appassionato di teatro in lingua.
Il padre , Giovanni Bovio ,famoso avvocato , uomo politico e professore di diritto era un personaggio di grande carisma e figura fortemente ingombrante per un figlio : Filosofo e uomo politico nonche’ professore di filosofia e di diritto all’Università di Napoli fu anche Deputato della sinistra storica, in qualità di ministro dei lavori pubblici – di grazia e giustizia – presidente della Camera e primo ministro . Fu inoltre il relatore del codice penale che porta il suo nome, in cui fra le altre cose, veniva abolita la pena di morte; non contenendo articoli diretti a vietare gli scioperi ,anzi sanciva la libertà di farli.
Morto il padre ,abbandono ‘gli studi di medicina ed incomincio ‘ a cercarsi un impiego che gli consentisse il sostentamento. Prima in un quotidiano locale (Don marzio) poi al Museo Nazionale di Napoli fino a diventare direttore dell’Ufficio Esportazioni, lavori che gli consentiranno di scrivere molto.
La madre, Bianca Nicosia, suonava Beethoven al pianoforte, ma anziché apprezzare il grande genio di Bonn, il piccolo Libero si convinceva sempre più della superiorità di Gambardella e Di Capua, maestri della canzone partenopea
E alternando il lavoro alla sua vera passione, la musica e il teatro, Libero Bovio firmò i più grandi successi della canzone napoletana, collaborando con i migliori musicisti della sua epoca. Amava il dialetto profondamente, ma non disdegnò la produzione in lingua, legando il suo nome, oltre che alla celebre Signorinella, anche ad Amor di pastorello, Canzone garibaldina e Cara piccina.
Dimostrò possibile far teatro napoletano d’arte senza risate sguaiate o singhiozzi impudichi e firmò i più grandi successi della canzone napoletana commuovendo Napoli e il mondo intero : sono infatti sue, tra le tante, Guapparia, Tu ca nun chiagne, Lacreme napulitane, Chiove, ‘O paese do’ sole, Silenzio cantatore ,Canta pe’ mme!, ‘A serenata ‘e Pullicenella , ‘A canzone ‘e Napule , Tarantella luciana , Passione , Reginella e Signorinella .
Diventato un vero e proprio vate della canzone napoletana Libero Bovio lavorò con la Poliphone e diresse le case editrici musicali Santa Lucia e La canzonetta; nel 1934 fondò anche una casa editrice propria, La bottega dei quattro, assieme ai musicisti Valente, Tagliaferro e Lama.
Ammalatosi nel 1941 Libero Bovio morì nella sua casa di via Duomo il 26 maggio del 1942.
Nel 50° anniversario della sua morte Libero Bovio fu ricordato a Napoli con una cerimonia proprio nella sua via Duomo, ove fu apposta la lapide con i versi della sua canzone Surdate : ‘J so napulitano e si nun canto moro’.
Nel corso della manifestazione il grande Roberto Murolo, affacciato al balcone di casa di don Liberio accompagnandosi con la chitarra, ne interpretò i più grandi successi, che ormai da anni rappresentano nel mondo il cuore e l’anima vera di Napoli.
Il figlio Giovanni e il nipote Libero Corso)tornarono agli studi del nonno diventando entrambi famosi penalisti alle Assise di Milano.

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