La bella chiesa ricorda il nome del luogo un tempo più elevato della città antica dove anticamente sorgeva l’Acropoli greco-romana . Questo era anche il luogo dove si veneravano le divinità e si svolgevano riti religiosi e vari sacrifici ed anche la zona dove nell’alto medioevo, vennero eretti molti monasteri e annesse chiese.
La chiesa di Santa Maria delle grazie a Caponapoli conserva all’interno ancora gran parte delle sue bellissime decorazioni architettoniche  mentre purtroppo numerose tra le tante opere che essa custodiva sono state rubate.

Di epoca rinascimentale, la chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiore a Caponapoli venne costruita nell’omonimo largo nella seconda metà del Settecento.
Essa venne  edificata nel 1412, rinnovata  1515 -35 e poi ancora rifatta  nel Settecento. A seguito della prima  restaurazione nel 1570, fu costruito anche il  suo bel portale d’ingresso, opera di Francesco Di Palma detto il Mormando.
L’interno, a croce latina con sei cappelle per lato, presenta ai lati dell’ingresso i sepolcri di Giovanna Scorziata e Fabrizio Brancaccio, opera di Girolamo d’Auria e Salvatore Caccavello.

Nonostante i saccheggi, e le tante opere che sono state rubate , la chiesa conserva comunque ancora numerose opere scultoree e pittoriche che coprono un periodo che si estende dal Cinquecento al Settecento.
Accoglie al suo interno un ricco patrimonio scultoreo, frutto della committenza di ricche famiglie napoletane che nel corso del Cinquecento commissionarono la costruzione e la decorazione delle loro cappelle.
Nel suo  interno troviamo opere di  artisti che vi hanno lavorato, all’epoca molto noti nel panorama partenopeo, quali Annibale Caccavello, Giovanni da Nola, Giovanni Malvito , Girolamo Santacroce , Domenico Antonio, Nicola e LorenzoVaccaro , Sammartino , Nicola Fumo , Giovan Bernardo Lama, Giovan Filippo Criscuolo e Giovanni Malvito.
Molto bella ed importante appare in particolare tra le tante , la cappella di Sant’Onofrio con dipinti di Andrea Vaccaro , Andrea Salerno e Giovan Battista Benaschi .

Accanto a questa chiesa si trova la cappella dei S.S. Michele ed Omobono dove aveva sede l’antica Congregazione dei Sarti ( Sartori ) . Questa fu fondata dai P.P. Pisani verso il 1477 e nel 1694 i sarti i tradussero l’uso di offrire al santo patrono delle elargizioni per ogni lavoro che avesse portato loro un ” pingue lucro”.
Nella seconda metà del Settecento, divenne una importante centro segreto della Massoneria.Qui infatti si praticò a lungo la materia esoterica , legata non solo alla scienza occulta ma anche alla politica inseguendo il sogno di creare un ordine nuovo a Napoli.

CURIOSITA’: Aguidare la confraternita esoterica vi era l’eremita Serafino Pinzone , che fu inserito nelle lista dei 53 accusati nella real causa dei rei di Stato per la cogiura giacobina del 1794.

La chiesa venne soppressa nel 1809 e, fino al 1933, fu affidata al Complesso degli Incurabili. In seguito, per i vent’anni successivi, ne curarono gli interessi i frati originari che riuscirono a mantenerla grazie alle donazioni dei fedeli. Dopo gli anni 70 del XX secolo, però, il luogo di culto fu teatro di furti a atti di vandalismo.

CURIOSITA’ : I  frati del monastero erano detti Vottazzielli o anche Bottizzelli  o Botticelli per il fatto che in età vicereale erano soliti vendere in piccole botti vino delle loro terre molto amato dai soldati spagnoli.

Il luogo di fondazione dell’Accademia degli Oziosi non fu scelto casualmente e rivestiva una forte valenza simbolica.

CURIOSITA’:
La vicinanza con l’ospedale degli Incurabili ,  fu motivo di grandi  polemiche  e  scontri  per i poveri  frati Vottazzielli . Le suore che gestivano l’Ospedale fecero infatti nel tempo, diversi tentativi per inglobare  alcune parti del loro convento . All’origine del conflitto c’era stata una vecchia questione che riguardava la giurisdizione del monastero.
L’aspra confittualità raggiunse il suo apice nella notte tra il 3 ed il 4 novembre del 1728. «Travestite» da malate di mente, le monache dell’ospedale degli Incurabili assaltarono il vicino convento di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, nei vicoli alle spalle dell’attuale piazza Cavour. Le terribili sorelle, dopo aver fatto irruzione con grida da indemoniate, buttarono perfino giù un muro. Poi usarono mazze e randelli, menarono botte di santa ragione e scacciarono i frati dal convento. Dovette intervenire la truppa regia, che soltanto dodici giorni dopo, il 16 novembre 1728, riuscì ad averla vinta sulle furiose monachine e a restituire il convento ai frati.
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